SCAVENGERS REIGN. (2023)
(serie d'animazione)
Creata da: Joseph Bennett, Charles Huettner
Diretto da: Benjy Brooke, Vincent Tsui, Jonathan Djob Nkondo, Diego Porral, Rachel Reid, Christine Jie-Eun Shin, Joseph Bennett, Charles Huettner
Produttori esecutivi: Joseph Bennett, Antonio Canobbio, Charles Huettner, Ben Kalina, Chris Prynoski, Shannon Prynoski
Produzione: Titmouse, Green Street Pictures, Max
Animazioni: Titmouse
Edizione Italiana: (inedito)
Episodi: 12 da 24' - 1 stagione
USCITA ITALIANA: (inedito)
Da un cortometraggio prodotto nel 2016 degli stessi autori, sette anni dopo il network Max mette in cantiere una mini serie animata che racconta la vita di un gruppo di superstiti in un mondo alieno.
Da un disastro di una nave cargo interstellare, la Demeter 227, avvenuto nello spazio antistante un pianeta inesplorato, si sganciano prima delle capsule di salvataggio e poi atterra sul pianeta l'intera nave. I primi superstiti sono separati gli uni dagli altri e devono affrontare ognuno un ambiente diverso quanto unico del pianeta in cui sono atterrati, con i suoi piccoli e meno piccoli abitanti, le sue regole e i pericoli che possono celarsi dietro ogni elemento. Ogni superstite deve affrontare il suo personale viaggio verso la nave madre ripensando al suo passato, le sue paure, e ingegnandosi per salvaguardare la sua esistenza, studiando l'ambiente alieno per cercare di trarre quanti più vantaggi possibili.
L'opera originale di Bennet e Huettner è fondamentalmente un omaggio alla fantascienza più pura e classica, quella dei premi Hugo, quella degli scrittori di mezzo secolo fa e più. Un viaggio che lo spettatore deve fare con mente aperta e pronto e qualunque cosa, dove ogni elemento di flora e fauna aliena non ha nulla in comune con quanto conosciuto, dove dietro ogni angolo si cela qualcosa di inaspettato e non solo nelle forme. La scrittura, soprattutto dei primi episodi, predilige su tutto le immagini, rilegando i dialoghi a poche e superficiali apparizioni. Le stesse scene sono quasi sempre a camera fissa, senza alcun preziosismo, per lasciare allo spettatore il tempo di notare le movenze di qualsiasi elemento animale o vegetale, le cui azioni sono tutte studiate per bene e mai lasciate senza un significato.
La storia non è narrata in forma lineare, ma inizia qualche tempo dopo l'evento principale per poi lasciare briciole di flashback lungo tutto il racconto. Questo lascia agli autori la possibilità di introdurre inizialmente l'ambiente, la flora e la fauna aliena; un personaggio-non-personaggio che ha la sua importanza, in positivo e negativo, sull'intero svolgimento. Dopo questo si comincia a far maggiore luce sui superstiti e introdurre gli eventi che vireranno sul drammatico in attesa del finale.
Le animazioni dei californiani Titmouse accompagnano splendidamente il progetto. Colori quasi esclusivamente piatti, splendide tinte, animazioni bidimensionali, pochi elementi CGI opportunamente filtrati e un design votato all'essenziale descrivono perfettamente il mondo alieno.
La mini serie è più una cometa in un panorama che sembra molto omologato per generi. Un evento molto raro. Una stella che brilla di luce propria ma i con un target molto preciso: pubblico adulto e amante del genere, cosa che restringe inizialmente la platea di appassionati. Tra i sottogeneri ci sono avventura, dramma e horror che, proprio in questo ordine, condiscono la storia iniziale complicando le cose da metà stagione in poi, alzando nettamente i toni placidi e quasi evocativi dei primi episodi e introducendo quegli elementi che porteranno la storia verso il drammatico e qualcosa di più. Scelte che premiano lo sforzo degli autori con un risultato mai completamente scontato.
Alla fine Scavengers Reign si configura come un'opera quasi eterea, in cui le immagini parlano più dei dialoghi e descrivono un mondo che sorprende lo spettatore ad ogni scena e con ogni elemento. I non appassionati al genere fantascientifico potranno necessitare di qualche episodio per entrare nel mood, per capire quali elementi gli autori mettono in primo piano prima di alzare i toni e i ritmi e arrivare all'epilogo. Una visione comunque più che consigliata anche per l'evidente omaggio al grande fumettista Moebius che gli autori della mini serie fanno.
Un progetto che potrebbe avere un respiro più ampio ed è un peccato interrompere alla sola prima stagione, tra l'altro mai adattata per il pubblico italiano.
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(2023)
(serie d'animazione)
Creata da:
Joseph Bennett, Charles Huettner
Diretto da:
Benjy Brooke, Vincent Tsui, Jonathan Djob Nkondo, Diego Porral, Rachel Reid, Christine Jie-Eun Shin, Joseph Bennett, Charles Huettner
Produttori esecutivi:
Joseph Bennett, Antonio Canobbio, Charles Huettner, Ben Kalina, Chris Prynoski, Shannon Prynoski
Produzione:
Titmouse, Green Street Pictures, Max
Animazioni:
Titmouse
Edizione Italiana: (inedito)
Episodi:
12 da 24' - 1 stagione
USCITA ITALIANA: (inedito)
Da un cortometraggio prodotto nel 2016 degli stessi autori, sette anni dopo il network Max mette in cantiere una mini serie animata che racconta la vita di un gruppo di superstiti in un mondo alieno.

Da un disastro di una nave cargo interstellare, la Demeter 227, avvenuto nello spazio antistante un pianeta inesplorato, si sganciano prima delle capsule di salvataggio e poi atterra sul pianeta l'intera nave. I primi superstiti sono separati gli uni dagli altri e devono affrontare ognuno un ambiente diverso quanto unico del pianeta in cui sono atterrati, con i suoi piccoli e meno piccoli abitanti, le sue regole e i pericoli che possono celarsi dietro ogni elemento. Ogni superstite deve affrontare il suo personale viaggio verso la nave madre ripensando al suo passato, le sue paure, e ingegnandosi per salvaguardare la sua esistenza, studiando l'ambiente alieno per cercare di trarre quanti più vantaggi possibili.

L'opera originale di Bennet e Huettner è fondamentalmente un omaggio alla fantascienza più pura e classica, quella dei premi Hugo, quella degli scrittori di mezzo secolo fa e più. Un viaggio che lo spettatore deve fare con mente aperta e pronto e qualunque cosa, dove ogni elemento di flora e fauna aliena non ha nulla in comune con quanto conosciuto, dove dietro ogni angolo si cela qualcosa di inaspettato e non solo nelle forme. La scrittura, soprattutto dei primi episodi, predilige su tutto le immagini, rilegando i dialoghi a poche e superficiali apparizioni. Le stesse scene sono quasi sempre a camera fissa, senza alcun preziosismo, per lasciare allo spettatore il tempo di notare le movenze di qualsiasi elemento animale o vegetale, le cui azioni sono tutte studiate per bene e mai lasciate senza un significato.

La storia non è narrata in forma lineare, ma inizia qualche tempo dopo l'evento principale per poi lasciare briciole di flashback lungo tutto il racconto. Questo lascia agli autori la possibilità di introdurre inizialmente l'ambiente, la flora e la fauna aliena; un personaggio-non-personaggio che ha la sua importanza, in positivo e negativo, sull'intero svolgimento. Dopo questo si comincia a far maggiore luce sui superstiti e introdurre gli eventi che vireranno sul drammatico in attesa del finale.
Le animazioni dei californiani Titmouse accompagnano splendidamente il progetto. Colori quasi esclusivamente piatti, splendide tinte, animazioni bidimensionali, pochi elementi CGI opportunamente filtrati e un design votato all'essenziale descrivono perfettamente il mondo alieno.

La mini serie è più una cometa in un panorama che sembra molto omologato per generi. Un evento molto raro. Una stella che brilla di luce propria ma i con un target molto preciso: pubblico adulto e amante del genere, cosa che restringe inizialmente la platea di appassionati. Tra i sottogeneri ci sono avventura, dramma e horror che, proprio in questo ordine, condiscono la storia iniziale complicando le cose da metà stagione in poi, alzando nettamente i toni placidi e quasi evocativi dei primi episodi e introducendo quegli elementi che porteranno la storia verso il drammatico e qualcosa di più. Scelte che premiano lo sforzo degli autori con un risultato mai completamente scontato.

Alla fine Scavengers Reign si configura come un'opera quasi eterea, in cui le immagini parlano più dei dialoghi e descrivono un mondo che sorprende lo spettatore ad ogni scena e con ogni elemento. I non appassionati al genere fantascientifico potranno necessitare di qualche episodio per entrare nel mood, per capire quali elementi gli autori mettono in primo piano prima di alzare i toni e i ritmi e arrivare all'epilogo. Una visione comunque più che consigliata anche per l'evidente omaggio al grande fumettista Moebius che gli autori della mini serie fanno.
Un progetto che potrebbe avere un respiro più ampio ed è un peccato interrompere alla sola prima stagione, tra l'altro mai adattata per il pubblico italiano.